lunedì 23 aprile 2012

Traghetti greci: la crisi continua a colpire!


Futuro a rischio per molte compagnie greche di navigazione marittima costiera - quelle che gestiscono i collegamenti con i traghetti fra il continente e le isole - dopo che negli ultimi tre anni (2009-2011) hanno accumulato perdite per un totale di oltre un miliardo di euro. La gravità della situazione è stata rilevata dal quotidiano ateniese Kathimerini secondo cui ormai il futuro per alcune di queste compagnie appare veramente nero dopo che il tanto sperato rilancio del traffico passeggeri durante le recenti vacanze di Pasqua non si è concretizzato e il numero delle persone trasportate - fra greci in esodo pasquale e turisti stranieri - è sceso di almeno il 50% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. A rendere la situazione più pesante ha contribuito senz’altro anche uno sciopero dei marittimi greci l’11 e il 12 aprile. Soltanto le quattro maggiori compagnie marittime - Anek, Minoan, Marittima di Lesbos e Gruppo Attica (quotate in Borsa) - nel 2009 hanno subito perdite per complessivi 215 milioni di euro, salite a 345 milioni nel 2010 e attestatesi quindi a 210 milioni nel 2011. Lo scorso anno, infatti, diverse compagnie sono riuscite a limitare le perdite sfruttando il trasporto di cittadini libici che fuggivano dalla rivolta civile in atto nel loro Paese. La prospettiva del fallimento, quindi, sembra incombere sempre più minacciosamente su queste compagnie marittime: ma la colpa non è solo della crisi economica che attanaglia la Grecia bensì anche della elefantiaca burocrazia statale.

Lo Stato greco, infatti, deve oltre 12 milioni di euro alle imprese di cabotaggioper i servizi di trasporto sovvenzionati risalenti al 2011. Soldi che, tra una pratica e l’altra, si perdono nei corridoi dei ministeri. Intervenendo ad una recente conferenza organizzata dal Segretariato generale per l’Egeo e la politica insulare, Giorgos Xiradakis, amministratore delegato per la Grecia della compagnia internazionale di consulenza marittima XRTC, ha sostenuto che l’industria della navigazione costiera si trova a far fronte a problemi specifici, «veri pericoli che porteranno il settore a situazioni impreviste, compresa la sua estinzione, se non saranno affrontati subito». Sembra, tuttavia, che - invece di mobilitare tutte le sue forze per salvare il settore - lo Stato stia cercando di portare di nuovo sul tavolo delle trattative con i rappresentanti della categoria una proposta per l’armonizzazione dei prezzi dei biglietti dei trasporti marittimi con quelli di trasporto terrestre in base alla distanza in chilometri e ad un analogo livello di servizi. Nel frattempo, l’industria della navigazione costiera si trova davanti una serie crescente di problemi. Il servizio traghetti, infatti, a causa della minore disponibilità di denaro dei greci dovuta alla recessione, sta registrando un calo costante della domanda in quanto a passeggeri. Nel 2011, la diminuzione del volume d’affari è stata fra il 5 e il 30% a seconda degli itinerari rispetto all’anno precedente. Anche il costo del carburante è aumentato, con prezzi che sono schizzati in alto del 44% nel 2011 rispetto al 2010.

Nel frattempo, nei primi due mesi di quest’anno, il costo del carburante è salito a 640 euro per tonnellata, rispetto ai 500 euro dell’anno precedente. Di conseguenza, una società che gestisce navi o traghetti veloci di nuova tecnologia potrebbe ritrovarsi con un aumento secco di costi pari a 30 milioni di euro all’anno. Inoltre, sempre a causa della crisi, le banche hanno ridotto di parecchio i finanziamenti alle imprese di cabotaggio che sono scesi da 1,76 miliardi di euro nel 2004 a 1,02 miliardi nel 2010. La mancanza di liquidità ha causato gravi problemi di operatività a diverse piccole compagnie che in alcuni casi hanno dovuto annullare le partenze in programma perché non potevano anticipare il costo del carburante per i traghetti. Anche il numero delle navi che operano nelle acque greche è diminuito in quanto alcune di esse sono state vendute a copertura delle obbligazioni relative al prestito ricevuto dalla banca o per aumentare la liquidità della compagnia. «Nel contesto attuale, ritengo che il settore del cabotaggio marittimo greco si ridurrà ancora di più se non verranno adottate al più presto possibile adeguate misure per salvarlo», ha detto Xiradakis.

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