venerdì 6 aprile 2012

- 8! Continuiamo il conto alla rovescia!

Mancano 8 giorni e 11 ore circa  al centenario della tragedia del Titanic (14 aprile 1912 alle 23:40-ora di bordo- 4:40 del 15 aprile-ora italiana).
Oggi continuiamo a parlare del grande transatlantico!

Quanti razzi furono sparati dal TITANIC? Otto!
È una risposta che viene automaticamente dalle informazioni statistiche. Ma questa non è semplicemente che una verità, infatti, non è giusta affatto. 8 razzi è una vera bugia.
È in relazione all'inchiesta britannica che l'idea di 8, ed 8 soli razzi, furono sparati. E la cosa fu impiantata così assiduamente nella coscienza pubblica fin da allora. La testimonianza delCalifornian parlò di 8 razzi che furono visti fra le 0:30 e l'1:40. Il Californian certamente vide soltanto 8 razzi. Ma il TITANIC sparò realmente soltanto 8 razzi? Appena 8? Perché avrebbe limitato il consumo dei razzi di segnalazione ad un così piccolo numero? Analizziamo alcuni fatti: il TITANIC ebbe non meno di 48 razzi a bordo. Perché allora ne sparò un numero così basso? Perché economizzare così tanto sui razzi quando una nave da dieci milioni di dollari stette per affondare? Ignoriamo cosa concluse Lord Mersey, incaricato dell'inchiesta britannica, ed esaminiamo che cosa riferirono i testimoni: non vi fu accordo sul numero dei razzi che furono sparati. Secondo il terzo ufficiale Herbert John Pitman poterono essere stati una dozzina o di più. Stando alle dichiarazioni del secondo ufficiale Charles Herbert Lightoller sembrerebbero circa 8 (ma precisò che questi furono quelli che vide sparare solo sul lato di dritta). Il timoniere in seconda Arthur John Bright disse che furono sparati in tutto 6 razzi, (ma precisò che questa informazione l'ebbe a sua volta ricevuta dal collega George Thomas Rowe, il quale fu precedentemente informato dal quarto ufficiale Joseph Groves Boxhall, infatti, Boxhall dichiarò che furono sparati circa una mezza dozzina di razzi, al massimo una dozzina). Il cameriere Alfred Crawford affermò di aver visto circa un dozzina di razzi, probabilmente anche di più. L'unica congruenza fra le dichiarazioni quindi furono quelle fra Alfred Crawford ed Herbert John Pitman: entrambi ritennero che più una dozzina di razzi furono sparati. Se immaginiamo che questo significa almeno un minimo di 13 colpi, quindi furono sicuramente 5 in più di quanto concluse l'inchiesta britannica, mentre il numero medio che si deduce dai resoconti dei fatti citati fu di 10 razzi. E malgrado le dichiarazioni all'inchiesta, Joseph Groves Boxhall non dichiarò che sparò 8 razzi, disse che potrebbero essere stati sparati al massimo una dozzina di razzi. Ed ora è cruciale chiarire che egli non fu l'unico che sparò. Le indicazioni che abbiamo ci indicano che ci furono solo due posizioni di sparo su ogni lato del ponte di comando. Un concetto importante, è considerare la prova fornita dall'ufficiale James Gibson del Californian, che dichiarò di vedere soltanto 3 razzi tra l'1:00 e le 2:00, ora del Californian. Quando confrontiamo queste due situazioni, non vediamo la coincidenza dell'inchiesta condotta da Lord Mersey che fu di soltanto 8 razzi sparati e visti. Invece vediamo la probabilità che il Californiannon vide tutti i razzi sparati dal TITANIC ma ne vide qualcuno. Questo a sua volta ci suggerisce che se il Californian fosse stato più vicino, trovandosi a cinque miglia, non vide i razzi sparati dal TITANIC, ma i razzi che furono sparati da una nave distante e sopra la linea dell'orizzonte, come la seconda testimonianza dell'ufficiale Herbert John Pitman lasciò sospettare. È degna di nota l'osservazione che fece la vedetta George Thomas Symons, il quale dichiarò pressappoco in questi termini: "I razzi stavano andando simultaneamente in su, ogni minuto, ad intervalli brevi, la luce in vista di quella nave, approssimativamente tra le cinque e le dieci miglia, fu vista quando furono sparati i razzi e si lavorò alle luci di segnalazione Morse". L'uso da parte di George Thomas Symons della parola "simultaneamente" implica dunque il fatto che furono due le posizioni di sparo. La prova implica che i razzi furono sparati sia da babordo (dove fu vista la nave del mistero) sia da dritta dove, da questo lato, i testimoni videro il loro flash e dove l'ufficiale Harold Godfrey Lowe fu "quasi assordato" dalle detonazioni. Da registrare che la descrizione dei razzi che andarono in su, a volte insieme, o ad intervalli di un minuto, fu completamente in disaccordo con quanto dichiarò all'inchiesta Boxhall che disse che egli stesso sparò ad intervalli "probabilmente di cinque minuti". Se George Thomas Symons fu a destra e Joseph Groves Boxhall ugualmente, allora soltanto due postazioni di sparo possono spiegare la contraddizione. E le due postazioni di sparo furono suggerite anche dalla testimonianza del cameriere di seconda classe John T. Hardy all'inchiesta negli Stati Uniti: "Fu il capitano Edward John Smith a sovrintendere alle operazioni di sparo dei razzi, ordinando ad alta voce al timoniere circa i razzi", testimoniò. Il timoniere dunque poté essere solo George Thomas Rowe o Arthur John Bright. L'ufficiale Joseph Groves Boxhall, in questa prova, non fu nemmeno citato: Edward John Smith stette dando gli ordini ad un timoniere perché fu quest'ultimo la persona incaricata dei razzi. Si argomenterà più avanti che questo avvenne dal lato di babordo. Il secondo ufficiale Charles Herbert Lightoller, dichiarò, che 8 razzi furono sparati ad intervalli di alcuni minuti, cinque o sei minuti, dal lato di dritta: ciò collima con le dichiarazioni di Joseph Groves Boxhall.
Questa che vado a formulare è un'ulteriore prova che le due stazioni di sparo furono funzionanti indipendentemente sia da babordo che dal lato di dritta: il timoniere George Thomas Rowe, nel richiamare la sua attenzione sulla nave del mistero, testimoniò che si trovò sul ponte dal lato di babordo per sparare i razzi e si adoperò per le segnalazioni con la lampada Morse. Il quarto ufficiale Joseph Groves Boxhall suggerì, con la sua versione dei fatti, che lui passò qui tutta la notte: l'assenza sul lato di dritta di George Thomas Rowe ed Arthur John Bright conferma che essi si trovarono a babordo. Ad Arthur John Bright venne chiesto chi sparò i razzi e rispose: "Rowe e Boxhall". Questa risposta in sé sembra suggerire le due postazioni di sparo. Da una parte, George Thomas Rowe ed Arthur John Bright, dall'altra Joseph Groves Boxhall; Arthur John Bright affermò anche che furono 6 i razzi sparati in tutto. Sembrerebbe però che stia parlando soltanto dei razzi sparati dal suo lato. Concludendo: Joseph Groves Boxhall sparò dei razzi personalmente. Più tardi si unì a George Thomas Rowe e ad Arthur John Bright e tutti e tre spararono ulteriori razzi. Un certo numero di sopravvissuti testimoniò di aver visto una dozzina e più di razzi. Joseph Groves Boxhall si riferì soltanto agli spari dal lato di dritta. Disse che sparò dai 6 ai 12 razzi, una congettura molto simile a quanto dichiarò Charles Herbert Lightoller che ne valutò 8, che a posteriori dichiararono essere sparati "tutti dal lato di dritta". Una cifra, 6, quella denunciata da Arthur John Bright, la più bassa accennata da chiunque. Ma questo deve essere in torto, poiché almeno 8 razzi furono sparati perché 8 certamente furono visti. Se, tuttavia, i 6 razzi visti o sparati da Arthur John Bright si riferirono a quelli sparati solamente dal lato di babordo, allora il giudizio cambia. 6 da una postazione ed 8 dal lato di dritta per un totale di 14. Ma il Californian ne vide appena 8.

Parliamo dell'inaffondabile Molly Brown!
Il suo nome vero fu Margaret Tobin. Discendente da immigranti irlandesi, nacque il 18 luglio 1867 ad Hannibal, Missouri, negli Stati Uniti ed in questa città, trascorse la sua umile infanzia. Finita la scuola a 13 anni, la giovane "Maggie", dovette cercarsi lavoro, ottenendo un posto di cameriera in un hotel. Nel 1886 contrò matrimonio con James Joseph Brown, che fu il direttore in una miniera d'oro. Grazie alle sue capacità, James divenne ricco nel giro di poco tempo, ed i due si trasferirono in una casa lussuosa a Capitol Hill, Denver. Là, Margaret incominciò ad incontrare l'alta società e fece frequentare ai suoi figli i migliori collegi. Dopo poco si separò dal marito. Si trasferì a Newport ed iniziò a viaggiare frequentemente in Europa per comperarsi i migliori abiti. Nell'aprile 1912, mentre si trovò a Parigi, ricevette notizia che uno dei suoi nipoti fu ammalato e prese la decisione di tornare a casa. Allora prenotò a Cherbourg la prima nave disponibile: il TITANIC.
Se Margaret Brown avesse dato un'occhiata fuori dall'oblò della sua cabina, la B2, al momento della collisione, avrebbe visto i passeggeri di terza classe che, sul ponte di prua, giocarono a calcio con i frammenti di ghiaccio.
Al momento della tragedia, Margaret salì su una scialuppa di salvataggio, la numero 6, nella quale si trovarono soltanto venti donne, due membri dell'equipaggio (la vedetta Frederick Fleet ed il timoniere Robert Hitchens), ed il maggiore Arthur Godfrey Peuchen: la capacità della scialuppa era di 65 posti!
Una volta in mare, alcune donne, visto i posti vuoti, chiesero di tornare indietro sul luogo del disastro per recuperare altri superstiti. Hitchens si rifiutò, paventando ciò che sarebbe successo allorché i naufraghi, aggrappandosi alla scialuppa, l'avrebbero capovolta ed avvertendo del grave pericolo nel caso di un forte risucchio dovuto all'inabissamento delTITANIC. "Maggie" prese in pugno la situazione, afferrò un remo e cominciò a vogare. Tra le grida, invitò le donne a seguire il suo esempio e le esortò a remare per avere più caldo e per allontanarsi dal TITANIC, ormai prossimo all'affondamento. Fu in quel momento che scoppiò il diverbio tra Margaret ed il timoniere Hitchens, che venne minacciato di essere buttato in mare. Hitchens si chiuse in se stesso e Margaret Brown divenne di fatto la guida della scialuppa numero 6.
Una volta salvata ed a bordo della Carpathia, approfittando del fatto che parlasse molte lingue, Margaret aiutò a preparare l'elenco dei superstiti e si rese utile ad assistere molte donne che persero i loro cari.
Margaret si comportò splendidamente quella notte e meritòa un elogio: al suo arrivo a New York fu corteggiata da cronisti e fotografi.
Essendo donna, "Maggie" non fu ammessa a testimoniare davanti alla Commissione d'Inchiesta. In tutta risposta ella fece pubblicare la propria versione dei fatti dalla stampa internazionale.
Margaret "Maggie" Brown, che in realtà non fu mai conosciuta con il soprannome di "l'inaffondabile Molly Brown" (che è un invenzione di Broadway), morì il 26 ottobre 1932 all'età di 65 anni.
La tragedia del TITANIC la rese una leggenda.
Scialuppa n°6, su cui si salvò Molly Brown, vista dal Carpathia


Ci tengo a ripetere che tutte le informazioni pubblicate sul Titanic sono state prese dal sito web di Claudio Bossi (esperto e appassionato del Titanic). Se volete visualizzare il suo sito cliccate qui: 

Continua...............

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