martedì 3 aprile 2012

- 11! Continuiamo il conto alla rovescia!

Mancano 11 giorni e 5 ore circa  al centenario della tragedia del Titanic (14 aprile 1912 alle 23:40-ora di bordo- 4:40 del 15 aprile-ora italiana).
Oggi continuiamo a parlare del grande transatlantico! 


Frederick Fleet, la vedetta che avvistò per primo l'iceberg.
La distanza esatta dalla quale la vedetta Frederick Fleet avvistò l'iceberg non sarà mai conosciuta. Lui stesso dichiarò all'inchiesta aperta negli Stati Uniti, nei giorni seguenti alla tragedia, che non ebbe la minima idea della distanza.  L'immenso oceano non fornisce punti di riferimento in grado di aiutare l'osservatore.
Da prove compiute tempo dopo dall'Olympic alla velocità presunta del Titanic, emerse che, da quando fu ordinato al timoniere di virare fino a che la nave cambiò due punti (22.5°), ci vollero 45 secondi di tempo: ad una velocità di 22 nodi questo significò uno spazio di 500 metri. Aggiungendo anche il tempo di suonare la campana e chiamare il ponte di comando, significò aggiungere non più di 10 secondi cioè altri 120 metri: sembrerebbe dunque che l'iceberg fu avvistato a non più di 540 metri approssimativamente, cioè due volte la lunghezza della nave.
Secondo la valutazione di James Bisset, nella notte del 14 aprile 1912, fu possibile avvistare un iceberg a circa mezzo miglio (approssimativamente 900 metri). Bisset fu reputato uomo dotato di una vista insolitamente ottima: fu una delle vedette della Carpathia.
Esperti moderni sono molti meno ottimistici di Bisset. Secondo lo scienziato Graham Danton, in suo studio del 1985 Theory and Practice of Seamanship, un iceberg nelle notti senza luna è visibile a non più di 500 metri. Un'edizione moderna del Knight's Modern Seamanship affermò non più di 400 metri. Quest'ultimo dato è più in linea con la dichiarazione rilasciata da Frederick Fleet.
Le stime di oggi confutano anche delle dichiarazioni rilasciate nel 1912, dal cameriere di sala Thomas Whiteley. Questi sostenne che l'iceberg fu avvistato in tempo utile ma un'azione rapida non fu presa in quanto l'Ufficiale James Paul Moody fu lento nel rispondere al telefono dal ponte di comando. Il racconto di Frederick Fleet si è dunque rivelato come veritiero e quindi trascorsero almeno 50 secondi dall'avvistamento dell'iceberg alla collisione.
Alla luce del giorno la vista di un iceberg non sarebbe stato un problema; l'altezza della coffa fu approssimativamente di 23 metri e l'iceberg, forse, era alto una dozzina di metri. Io sono dell'idea che l'iceberg sarebbe stato più visibile se il mare fosse stato leggermente mosso. Senza l'aiuto del chiaro di luna, il movimento delle onde è invisibile a 200 metri. Con l'aiuto di un po' di luce e con il mare mosso sull'iceberg sarebbero state viste dappertutto le creste bianche delle onde. L'iceberg probabilmente fu considerato solamente un oggetto nero contro il cielo stellato.
Fu fatto noto che le vedette del Titanic non avessero i binocoli. Questo non fa molta differenza. Molti marinai furono e sono dell'opinione che è meglio individuare oggetti ad occhio nudo; Graham Danton ha valutato che è assai probabile che le ondate su un iceberg siano visibili ad un miglio in una notte senza luna se la posizione dell'iceberg è conosciuta. Lui lo presume dall'uso di binocoli moderni che generalmente sono almeno 7 x 50 mm. Avendo visto un paio di binocoli in dotazione all'Olympic, con le loro lenti di 40 mm, dubita assai che gli stessi fossero stati di molto aiuto. Il binocolo può essere stato utile certo nella protezione degli occhi delle vedette dall'aria fredda: Frederick Fleet e Reginald Robinson Lee, le due vedette di turno di guardia sul Titanic quella notte, ebbero un parabrezza che deviò il flusso d'aria e scrutarono l'oceano con in faccia un vento gelido dato dai 22 nodi della velocità di crociera del Titanic.



Ci tengo a ripetere che tutte le informazioni pubblicate sul Titanic sono state prese dal sito web di Claudio Bossi (esperto e appassionato del Titanic). Se volete visualizzare il suo sito cliccate qui:  

Continua.........



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