domenica 14 ottobre 2012

Fusione Moby-Tirrenia?




martedì 2 ottobre 2012

Nasce la Flotta Sarda, pubblica Compagnia di Navigazione della regione Sardegna!


La privatizzazione di Tirrenia ha fatto nascere una nuova flotta pubblica. Si tratta diFlotta Sarda, società di proprietà della Regione Sardegna, che investirà nell’impresa 10 milioni di euro per lo start up più 20 milioni all’anno per i prossimi cinque anni, per un totale complessivo di 110 milioni di euro. La nascita della nuova compagnia è stata approvata dal Consiglio regionale sardo con i voti favorevoli di Pdl, Partito sardo d’azione e Udc e l’opposizione di Pd e Sel. Per il presidente della giunta, Ugo Cappellacci, si tratta di una battaglia vinta nella guerra per liberarsi dalla soggezione di Tirrenia e, di riflesso, dello Stato centrale. Ma per i contribuenti sardi potrebbe rivelarsi un salasso in termini di spesa pubblica. Non solo: l’Antitrust Ue potrebbe avere qualcosa da dire sulla nascita di un nuovo player a capitale pubblico.

Non è ancora noto, peraltro, il piano industriale di Flotta Sarda, che dovrebbe utilizzare otto navi su quattro rotte. Sulla questione Cappellacci non risponde. I dati degli ultimi anni sul turismo sardo non sono però favorevoli a investimenti nel trasporto marittimo. I turisti arrivati via mare sono scesi in poco tempo da 6 milioni a 4,5 milioni. Nel solo 2012 i tre scali principali del Nord dell’isola, ossia Porto Torres, Olbia e Golfo Aranci, hanno perso 600.000 passeggeri. Secondo il presidente della Port Authority di Olbia, Paolo Piro, è un salto indietro di oltre dieci anni, a cui «ha contribuito una crisi senza precedenti, che ha impoverito le tasche degli italiani, grandi assenti delle vacanze estive 2011 e 2012». Altra causa, l’aumento dei prezzi dei biglietti, più che raddoppiati rispetto a tre anni fa. Le compagnie hanno motivato questi aumenti con l’alto costo del carburante necessario per muovere le navi. A Cappellacci questa spiegazione non è bastata. Secondo il governatore, la politica tariffaria delle compagnie marittime, Tirrenia in primis, è il problema principale per il turismo isolano. Di qui l’azzardo della flotta sarda, basato sulla considerazione che basti offrire traghetti a prezzi stracciati per recuperare i turisti che hanno voltato le spalle alla Sardegna. La scommessa sarebbe vinta se dovessero tornare almeno 500.000 passeggeri, con relativo aumento dei consumi sull’isola. La flotta sarà infatti finanziata con i proventi dell’Iva. Ma il governatore la perderebbe se avesse sottovalutato l’incidenza della crisi economica sulle scelte dei turisti, che preferiscono mete meno costose come la Croazia.

A Roma il deputato Pdl Mauro Pili appoggia la battaglia di Cappellacci. Nei giorni scorsi ha presentato un’interrogazione al ministro Corrado Passera chiedendo spiegazioni sugli aumenti previsti da Tirrenia. Intanto però la continuità territoriale finisce per essere finanziata due volte: dallo Stato, che ha assegnato per otto anni la concessione a Cin-Tirrenia di Vincenzo Onorato per 72 milioni all’anno, e dalla Regione Sardegna con 20 milioni. Lo stesso assessore regionale ai Trasporti, Christian Solinas, ha ammesso che non si tratta della soluzione migliore e che sarebbe stato preferibile una gara internazionale per ogni rotta. La concessione statale a Cin, compresa nel contratto di acquisto di Tirrenia, ha però reso impraticabile questa soluzione. E così è partita l’avventura armatoriale nazionale. O meglio, si è consolidata, visto che già due anni fa la Regione aveva acquistato Saremar, la compagnia che garantisce i collegamenti con le isole minori, impiegandola anche sui servizi per il continente. I risultati non sono mai stati resi noti dalla Regione, ma si parla di bilanci in rosso. Non è un buon viatico, se l’obiettivo è riempire le navi e le strutture ricettive sarde.