La «Compagnia italiana di navigazione», proprietaria in pectore di Tirrenia, è tutta nuova. Adesso è un’altra grande famiglia, stravolta rispetto a quella che il 25 luglio dell’anno scorso firmava il contratto preliminare di acquisto della società pubblica in amministrazione controllata. Prima di tutto, dentro la Cin2 non c’è la Regione. Ha rifiutato l’ingresso nella compagine sociale riveduta e corretta dopo l’uscita di due armatori napoletani su tre: fuori Gianluigi Aponte e Manuel Grimaldi, è rimasto solo Vincenzo Onorato del Gruppo Moby. Alla Regione le quote sono state proposte in tutti i modi: dal governo Monti (attraverso il ministro Passera), dall’amministratore delegato di Cin1, Ettore Morace, riconfermato nella carica, e da molti altri intermediari. Ma Cappellacci e più hanno resistito ai richiami, sono stati coerenti (va riconosciuto) con la battaglia al calor bianco ingaggiata, nell’estate del 2011, per il caro-traghetti e la privatizzazione confusa di Tirrenia. Soprattutto non si sono fatti conquistare dall’offerta di un posto privilegiato nel Cda diCin2.
I nuovi soci. L’assetto societario dichiarato ufficialmente dalla «Compagnia italiana di navigazione» adesso è questo: Onorato-Moby (40 per cento), Fondo d’investimento Clessidra (30, e qui c’è un intreccio, perché a sua volta, attraverso L19 Spa, Clessidra controlla il 32 per cento di Moby), poi il Gruppo investimenti portuali (20 per cento di Cin) controllato dalle famiglie genovesi Negri, Cerruti, Schenone e Magillo. L’ultimo socio è Shipping Investment, col 10 per cento, che fa capo all’ex vicepresidente della Confindustria napoletana Francesco Izzo, proprietario di Catering-Tirrenia. L’annucio. È stato l’ad di Cin, Morace, a confermare l’ultimo riassetto. Per poi far sapere che nelle prossime settimane è previsto un aumento di capitale, 50 milioni, e la chiusura dell’operazione (200 milioni in contanti, tre rate da 60 milioni previo incasso dei contributi pubblici, 72 milioni per 8 anni) entro il 21 giugno, termine imposto dall’Antitrust europeo alla vecchia Cin.
L’Europa. Ricevuta la comunicazione del nuovo assetto, l’Antitrust di Bruxelles ha sospeso l’inchiesta sulla prima Cin (Aponte, Grimaldi e Onorato) e adesso aspetterà che la Cin2 passi al vaglio dell’Antitrust italiano. Però l’Ue non ha sospeso l’indagine sui vecchi aiuti di Stato, 300-400 milioni, che potrebbero ricadere sui conti degli acquirenti, e questo resta un caso aperto, contestato dal governo e da Cin.
Le reazioni. L’europarlamentare dell’Idv, Giommaria Uggias, ha dichiarato: «L’uscita di alcuni investitori dalla vecchia Cin conferma che la concentrazione degli armatori esisteva e dunque andava perseguita dall’Unione Europea». Anche la Regione, contestata ieri da Uggias per la Flotta Sarda, ha preso posizione, ma per dire: «Che oltre alla soddisfazione per essere stata riconosciuta una concentrazione in Cin1, da noi sempre denunciata, ora dopo questo rimpasto bluff, è nata Cin2. Ed è oggi proprio una novità dell’ultim’ora a imporre al commissario Tirrenia la riapertura immediata della gara per la privatizzazione, perché tutto è cambiato. O comunque, in trasparenza, separi finalmente fra loro quei collegamenti che appiano oggettivamente diversi, per evitare altre censure europee». Pare proprio l’inizio di una nuova sfida.
Fonte: La Nuova Sardegna.
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